Google ha annunciato da poco la sua decisione di eliminare da Google Chrome i cookie di terze parti entro il 2022. Una decisione che impatterà in maniera considerevole sul mondo dell'advertising online, se si pensa che Chrome è usato dal 64,91% degli italiani.
Ma cosa cambierà esattamente e cosa si può fare per arrivare preparati al 2022? Scopriamo a cosa servono i cookie di terze parti, perché sono così importanti, e che cosa si può fare per continuare a progettare strategie di advertising online di successo anche quando non ci saranno più.
È il momento di ripensare la tua strategia di advertising online.
Cosa sono i cookie di terze parti e a cosa servono
I cookie sono una stringa di dati che viene memorizzata sul device che stiamo utilizzando quando visitiamo un sito web. I cookie di prime parti, che continueranno a esistere, sono creati e utilizzati solo dal proprietario del sito web, e servono a migliorare la fruizione del sito da parte dell’utente. I cookie di prime parti infatti si ricordano azioni specifiche compiute da un utente in quel sito, come il contenuto del carrello o le impostazioni della lingua.
I cookie di terze parti invece permettono di acquisire informazioni utili sui comportamenti degli utenti attraverso diverse piattaforme, rendendone possibile una profilazione e identificazione completa. Registrano informazioni come il percorso compiuto da un utente prima di una conversione, come un acquisto, anche attraverso le piattaforme visitate prima di atterrare nel sito specifico. Sono quindi uno strumento essenziale nel progettare strategie di advertising personalizzate e per un remarketing efficace.
Google Chrome eliminerà i cookie di terze parti entro il 2022
Google ha però annunciato che prevede di eliminare gradualmente il supporto per i cookie di terze parti in Google Chrome, arrivando nel 2022 a eliminarli del tutto. Questa decisione, già attuata da altri browser come Apple Safari e Mozilla Firefox, è stata presa, a detta di Google, per “rendere il Web più privato e sicuro per gli utenti”.
Google vuole inoltre ridurre la possibilità che si sviluppino nuove modalità alternative al tracciamento con i cookie, come ad esempio il fingerprinting. Il fingerprinting, che non si basa sui cookie, prende nota dei dettagli e delle impostazioni del browser, come lingua e caratteristiche tecniche del device, per separare gli interessi e le abitudini di un utente da quelle di tutti gli altri.
Considerando che il browser Google Chrome è usato dal 64,91% degli italiani, queste decisioni cambieranno sicuramente il modo in cui viene concepito oggi l'advertising online.
Riguardo questa decisione, Google ha commentato: “Gli utenti chiedono una maggiore privacy, e vogliono più trasparenza, scelta e controllo su come vengono utilizzati i propri dati; è chiaro come l'ecosistema web debba evolversi per soddisfare queste crescenti esigenze.”
Advertising senza cookie: arriva in aiuto il digital marketing
Ma come sviluppare allora strategie pubblicitarie online personalizzate in base ai potenziali clienti che vogliamo attirare, senza i dati forniti dai cookie? E come essere sicuri di ottimizzare il ROI dell'advertising online?
Non potendo più raccogliere informazioni sul singolo utente, diventerà sempre più importante progettare strategie di digital marketing basate sulla segmentazione del pubblico di riferimento, grazie a una conoscenza approfondita delle proprie buyer persona, dei loro customer journey e dei diversi touchpoint che potrebbero avere col brand.
Solo così si potrà avere la ragionevole certezza di arrivare con i nostri annunci online alla persona giusta nel momento giusto.