Abbiamo fatto alcune domande all’Avv. Paolo Vicenzotto, esperto legale di diritto, internet e nuove tecnologie, e consulente e formatore in materia di amministrazione digitale e sicurezza informatica per aziende.
Quali sono i principali adempimenti giuridici nella realizzazione di un sito e-commerce?
Adottare i corretti adempimenti legali in un sito e-commerce è un po’ come creare un “vestito sartoriale”, cucito addosso al business model sviluppato dall’impresa in quel sito web.
In linea di massima comunque, vi sono alcune norme generali che devono essere sempre rispettate. Penso al D.lgs 70/03, che impone una serie di obblighi informativi e tratta il tema di peculiari responsabilità, ad esempio per la share economy. Fondamentale anche il rispetto delle normative sulla privacy e sicurezza informatica, sia “by design” in merito alla struttura tecnica del sito (penso a profilazione, data base, cookies ecc.) sia in merito ai “punti di accesso” di dati personali (form di identificazione utente, iscrizione newsletter ecc.).
Ad esempio non esiste web marketing senza privacy, sarebbe troppo rischioso! Oggi il tema è particolarmente importante anche alla luce del nuovissimo Regolamento sulla Protezione dei Dati Personali 2016/679 (operativo dal 25/05/2018).
Altra tematica fondamentale è ovviamente quella degli adempimenti sul contratto a distanza del Codice del Consumo (D.lgs 206/05).
Quali sono le leggi da rispettare nella realizzazione di un sito internet, nella sua applicazione e nella scelta dei server che lo ospitano?
Il focus principale, sia per la web agency che realizza il progetto, sia per il Cliente che lo commissiona, deve essere su queste tematiche: la tutela della proprietà intellettuale dei contenuti del sito e la gestione by design e by default delle politiche di privacy e la sicurezza informatica.
Attenzione, però! Spesso vedo web agency che dispensano note legali o informativa privacy letteralmente copia-incolla rispetto i primi risultati di Google. Grave errore! Anche qui l’analisi di un professionista è fondamentale. Anche qui parliamo di “vestito sartoriale”.
Fondamentale poi è affidarsi ad un fornitore in grado di garantire l’aggiornamento e la sicurezza delle infrastrutture hardware e software dei servizi di providing legati al sito Internet, magari richiedendo specifiche SLA.
Un altro tema è l’interazione con gli utenti web: massima attenzione (giuridica) a commenti o post pubblicati da terzi registrati o meno all’interno del sito. Volete una chicca? Prestare attenzione al back office del sito web. È utile prevedere diversi utenti con profili di autorizzazione specifici, a seconda delle finalità del trattamento.
Cos’è il Codice del Consumo e quali sono le tutele del consumatore digitale?
Il consumatore è la persona fisica che interagisce con il sito e-commerce per “scopi estranei alla propria attività imprenditoriale o professionale”.
Chiaramente è la parte debole del rapporto contrattuale, sia per la sua (presunta) inesperienza, sia per il fatto che non ha la possibilità di “vedere fisicamente” il prodotto acquistato nel sito e-commerce. Ecco perché la legge prevede tutele particolari presenti nel Codice del Consumo (D.lgs 206/05). La principale è il “diritto di ripensamento”, cioè la possibilità di restituire il bene acquistato nel termine di 14 giorni dalla ricezione, anche senza motivazione. A tal diritto corrisponde lo speculare obbligo dell’e-commerce di rifondere quanto pagato dal consumatore. Il consumatore deve essere espressamente informato, già nel “carrello”, della possibilità di avvalersi del “diritto di ripensamento”.
Oltretutto il contratto con il consumatore non può contenere determinate clausole considerate “vessatorie” di default, quindi nulle ad origine. Come ad esempio clausole che derogano la competenza territoriale del foro di residenza del consumatore stesso.
Le garanzie per il consumatore sono tante e tali che spesso vale la pena creare due modelli contrattuali a seconda se il Cliente sia o meno un consumatore!